lunedì 19 dicembre 2011

il giorno dopo Natale

Le auto corrono. Se ne fregano. Le auto sono egoiste. Sulla neve troppo stanca per sorridere i fanali riflettono la loro luce fredda, vuota. Anche per questo io d'inverno cammino lontano dai lampioni, che sognano di vedere almeno una volta nella vita la luna. Lontano dai marciapiedi, cupi, con ferite mai rimarginate. Amo sentire sotto i piedi la neve che abbraccia la terra dura dei campi, usare l'olfatto per camminare, il silenzio per guardare. Non è vero che il tempo, in queste situazioni, si ferma. Il tempo si riempie, vive, straborda. Un mondo privo di amanti, forse perché le promesse sono più facili. Forse perché le parole si perdono, non esistono. Il freddo di solito unisce, porta a desiderare un contatto. Invece ora vorrei innamorarmi solo di me stesso, cercandomi di continuo, ridendo dei miei errori, emozionandomi del mio passato. Se tutto questo fosse vero, sarebbe inutile darti una risposta.

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