mercoledì 22 agosto 2012

QUANDO LO LASCIARONO ANDARE


Un po' mi dispiace, devo ammetterlo, Roma è una città stupenda, piena di sguardi e di voci difficili da dimenticare quando si ritorna a casa. Roma ti da sempre del tu, pronta a offrirti da bere in ogni angolo del suo salotto. Ma ora basta, devo andarmene. Rischio di perdere completamente la mia vita, la mia storia che bella o brutta è stata costruita da me, un enorme lego tutto bianco. Non sto fuggendo. Quando si fugge non si ringrazia, non si paga il conto. Sto solo cercando di capire se c'è veramente qualcuno che mi stia cercando o se sono destinato ad avere un futuro da mensa solidale dell'amore.
Ieri mi ha scritto Giulia. Devo ammetterlo, è una ragazza molto coraggiosa, continua a cercarmi anche dopo avermi conosciuto e anche dopo avermi vissuto. Giulia legge tantissimo, fotografa quotidianamente qualsiasi piccolo oggetto di colore rosso che si ritrova davanti. Per alcune persone tutto questo si chiama autismo, io lo chiamo amore.
Tornerò a Londra dove non mi conoscono ma nemmeno pretendono di farlo. Ho scatoloni pieni di propano emozionale. Devo assolutamente liberarlo, gli scatoloni sono brutti e sono cattivi, in alcuni casi spietati.
Forse non tornerò più, è quello che temevo.
Non conoscerò mai il gusto della cedrata.  

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