Un po' mi dispiace, devo ammetterlo,
Roma è una città stupenda, piena di sguardi e di voci difficili da
dimenticare quando si ritorna a casa. Roma ti da sempre del tu,
pronta a offrirti da bere in ogni angolo del suo salotto. Ma ora
basta, devo andarmene. Rischio di perdere completamente la mia vita,
la mia storia che bella o brutta è stata costruita da me, un enorme
lego tutto bianco. Non sto fuggendo. Quando si fugge non si
ringrazia, non si paga il conto. Sto solo cercando di capire se c'è
veramente qualcuno che mi stia cercando o se sono destinato ad avere
un futuro da mensa solidale dell'amore.
Ieri mi ha scritto Giulia. Devo
ammetterlo, è una ragazza molto coraggiosa, continua a cercarmi
anche dopo avermi conosciuto e anche dopo avermi vissuto. Giulia
legge tantissimo, fotografa quotidianamente qualsiasi piccolo oggetto
di colore rosso che si ritrova davanti. Per alcune persone tutto
questo si chiama autismo, io lo chiamo amore.
Tornerò a Londra dove non mi conoscono
ma nemmeno pretendono di farlo. Ho scatoloni pieni di propano
emozionale. Devo assolutamente liberarlo, gli scatoloni sono brutti e
sono cattivi, in alcuni casi spietati.
Forse non tornerò più, è quello che
temevo.
Non conoscerò mai il gusto della
cedrata.
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